La nuova Reflex Nikon D200 è dotata di un software che le permette di riconoscere le vecchie ottiche sprovviste di contatti CPU. Incuriositi abbiamo fatto una prova pratica, con risultati davvero interessanti.

Ottiche AI e compatibilità
Conclusioni .

 

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Una Nikon F Photomic degli anni 60 e
una Nikon D200: sono passati oltre quarant'anni e la baionetta, nella sostanza non è cambiata

Premessa

Sono passati oltre cinquant'anni dall'introduzione del primo obiettivo con attacco F e da allora fino ad oggi le reflex Nikon hanno mantenuto sostanzialmente invariata la baionetta di innesto ottiche, compresa l'ultima delle reflex digitali, la D200.

E' una filosofia di produzione molto apprezzata dai fotografi in quanto ha permesso loro di passare da una reflex all'altra senza dover cambiare l'intero parco ottiche; e questo in un arco di tempo estremamente lungo. Inoltre consente tuttora di rivolgersi ad un ampio mercato dell'usato per scegliere ottiche vecchie anche di trentanni da montare su reflex digitali di ultima generazione.
Se guardiamo al panorama delle reflex attualmente sul mercato, solo Nikon e Leica hanno saputo e voluto mantenere invariata la baionetta di innesto dei loro obiettivi.
 

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Nikon D200 con PC Nikkor 28mm e a lato due storici Micro Nikkor,
il 55mm f/2.8 e il 105mm f/4.


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La vecchia baionetta F:
è quella del Micro Nikkor P 55mm f/3.5

Questo non significa che nel corso di mezzo secolo non ci siano state delle modifiche; i primi obiettivi Nikon F andavano montati impostando il diaframma su f/5.6 per poi ruotare avanti e indietro la ghiera, in modo da comunicare al Photomic l'apertura minima e massima dell'obiettivo istallato; una manovra che quasi ricorda l'inserimento del colpo in canna di un'arma (guarda caso in inglese fotografare si dice "to shoot", sparare). Ad ogni cambio ottica il Photomic andava resettato.

Poi per le ottiche F è venuta la modifica (AI) sulla ghiera dei diaframmi per permettere l'accoppiamento alle reflex a partire dai modelli FM e FE.
Quindi è stata la volta delle ottiche AI che, come le F modificate AI, non hanno bisogno d'altro, per essere pronte a scattare, che di essere montate sulla baionetta.
 

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Una baionetta F artigianalmente
modificata in AI
La classica baionetta AI


Ingrandisci Una baionetta AIS: la freccia indica il dispositivo che permetteva a fotocamere come la Nikon FA di ricevere l'informazione sulla focale innestata, in modo da variare di conseguenza il tempo di scatto in modalità Program.

Dopo le AI, ecco le AI-S, prodotte dai primi anni ottanta; sono ottiche progettate per essere accoppiate alle fotocamere FA, F301 e F501. Usate in modalità program consentono alla fotocamera di impostare un program "dinamico" con priorità ai tempi più veloci, man mano che si allunga la lunghezza focale dell'obiettivo; l'ottica è infatti in grado di comunicare "meccanicamente" alla fotocamera la sua lunghezza focale.


Ingrandisci La diversa colorazione degli indici del diaframma permette di capire immediatamente se si tratta di ottiche AI o AIS: a sinistra un'ottica AIS.

Ed eccoci infine alle ottiche AF: nate per le fotocamere autofocus, sono i primi obiettivi Nikon privi della classica forcella utilizzata per l'accoppiamento
del diaframma a tutte le reflex prodotte dal 1959 al 1977.

Questa è in breve l'evoluzione obiettivi Nikon; oggi è possibile utilizzare tranquillamente ottiche AI o AI-S su una reflex digitale come la Nikon D200.


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Alcuni obiettivi dell'ultima generazione come il 17-55mm G trasmettono tutte le informazioni alla fotocamere attraverso i contatti CPU (evidenziati dalla freccia).
In particolare questo obiettivo è privo della ghiera dei diaframmi ed è studiato per il formato APS del sensore delle reflex digitali, e non può quindi essere utilizzato su fotocamere a pellicola.

 
 

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