Filtro Polarizzatore Circolare C-PL: prezioso per fotografia e video

A cura di: Valerio Pardi con contributi video di Gianfranco Corigliano

Il Kit Reflex Polarizzatore Circolare Nital 512265 con filtro Cokin PURE Harmonie C-PL da 77mm, permette di gestire la luce polarizzata con la maggior parte degli obiettivi Nikkor per Reflex Nikon FX e DX oltre ad essere compatibile con gli obiettivi 1 Nikkor del sistema Nikon 1.

 

Introduzione Kit Nital Reflex Polarizzatore Circolare 77mm
Un Polarizzatore nella pratica Differenze tra ND Variabile e Polarizzatore
Filtro Polarizzatore: potente accessorio per filmmaker Migliorare i colori, ridurre i riflessi, penetrare la foschia…
Utilizzo sul campo, conclusioni Link correlati, fotogallery

Un polarizzatore nella pratica

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Sulle funzioni di un filtro polarizzatori ci siamo dilungati più volte a partire dall’eXperience Polarizzatore Nikon: un filtro indispensabile, tuttavia è opportuno avere bene in mente il principio di funzionamento e i risultati che si possono ottenere per meglio comprenderne i vantaggi e sfruttare questo filtro al meglio.
La luce, sia essa proveniente dal Sole o da un illuminatore artificiale, come un flash o una lampadina, non è polarizzata. Ovvero le oscillazioni della radiazione luminosa - che è un'onda elettromagnetica - avvengono in tutte le possibili direzioni perpendicolari al raggio, da cui si evince che l'onda elettromagnetica ha una struttura simmetrica rispetto alla direzione di propagazione della luce.
Quando la luce viene intercettata e riflessa da alcuni materiali, cambia le proprie caratteristiche e può trasformarsi in luce polarizzata.

Per luce polarizzata si intende un flusso luminoso le cui oscillazioni non sono più casualmente e equiprobabilmente distribuite intorno alla direzione di propagazione, ma limitate a un solo piano, chiamato piano di vibrazione che è ortogonale al piano di polarizzazione. Si possono avere due modalità di polarizzazione della luce: lineare o circolare. Nel primo caso il vettore del campo magnetico della luce viene organizzato su un solo piano e rimane fisso in quella posizione. Quando la luce viene polarizzata in modo circolare, invece il piano di polarizzazione non è stabile come nel primo caso, ma ruota lungo il vettore di campo elettrico del flusso luminoso. Sembra quindi un aspetto di fisica piuttosto complicato e se a questo aggiungiamo che l'occhio umano, a parte un leggero indebolimento del fascio luminoso, non è in grado di distinguere la luce polarizzata, sembra che la gestione della luce polarizzata sia qualcosa di ancor più difficile utilizzo per un fotografo. Nulla di più sbagliato, infatti è sufficiente un analizzatore, che nel nostro caso è appunto il filtro polarizzatore, per evidenziare le caratteristiche di questo stato della luce e le sue proprietà. Qualche esempio su come la luce polarizzata modifica la percezione della realtà aiuta a comprendere meglio sia il funzionamento, sia come sfruttare più adeguatamente un filtro polarizzatore. Una delle caratteristiche principali di un filtro polarizzatore è quello di sopprimere i riflessi, in particolare sull'acqua. In questo modo si ottengono immagini dai colori più saturi e l'acqua appare più trasparente. Lo stesso effetto però è riscontrabile anche sui riflessi delle foglie, sul vetro e su quasi ogni altro materiale tranne le superfici metalliche.

Senza Polarizzatore
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Un particolare della riva di un lago ripreso con un teleobiettivo. Sull'acqua si riflette l'azzurro del cielo che nasconde la possibilità di vedere sotto la superficie.


 
Con Polarizzatore
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La stessa immagine a cui è stato applicato un filtro polarizzatore.
Il riflesso del cielo sulla superficie del mare è eliminato e si possono scorgere i pesci che nella prima immagine erano appena accennati, nascosti dai riflessi sulla superficie. Anche i colori appaiono più saturi.
Con Polarizzatore
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Riflessi annullati e colori saturi sono gli indizi dell'uso di un filtro polarizzatore.
Con Polarizzatore
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Fotografare attraverso un vetro con un filtro polarizzatore permette di limitare i riflessi e rendere l'immagine più nitida, satura e contrastata.
 Senza Polarizzatore
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  Con Polarizzatore
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 Senza Polarizzatore
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 Con Polarizzatore
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Con Polarizzatore
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Sulla vetrata di questo negozio si riflette l'immagine del palazzo posto di fronte. L'utilizzo del filtro polarizzatore riesce ad eliminare quasi completamente l'immagine riflessa e permette di osservare all'interno del negozio.
Da notare come invece la cornice metallica della porta non abbia beneficiato dell'uso del filtro polarizzatore che, come già spiegato, non agisce in maniera tanto efficiente sui riflessi di carattere metallico.
Al tramonto l'immagine appare con poco mordente e la Luna nel cielo si perde annegata dalla luminosità diffusa. Il filtro polarizzatore consente di saturare i colori e polarizzare la zona del cielo posta a 90° rispetto alla posizione del Sole. Il cielo più scuro rende le nuvole e la Luna molto più evidenti. Da notare come la posizione di massima polarizzazione sia concentrata in una zona del cielo ben precisa. Utilizzare filtri polarizzatori con ottiche grandangolari può portare a zone disuniformi piuttosto evidenti nel cielo, tra le zone a più alto indice di polarizzazione e quelle meno soggette a questo fenomeno.
Se le condizioni di ripresa sono ideali, con la sorgente luminosa a 90° rispetto al soggetto, si possono ottenere effetti di polarizzazione molto evidenti, come il cielo di questa immagine divenuto quasi nero.
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Anche nella macro il polarizzatore può risultare utile per contenere i riflessi e saturare meglio i colori del soggetto.
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Di sera il filtro polarizzatore ha un'utilità relativa, ma in questo caso ha permesso di contenere i riflessi e saturare meglio i colori del paesaggio.
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L'utilizzo di un filtro polarizzatore permette di creare un effetto pittorico, con colori densi e pastosi, che con la luce tradizionale difficilmente si riesce a rendere al meglio.

Differenze tra ND Variabile e Polarizzatore

 

Arrivati a questo punto può sorgere spontanea la domanda: “ma se già possiedo il kit reflex ND variabile, a cosa mi può servire un altro filtro polarizzatore?” Effettivamente, un filtro ND variabile posizionato alla minima densità per “allineare” le due griglie direzionali dei rispettivi filtri, è sostanzialmente un polarizzatore classico. Quindi teoricamente si potrebbe usare come filtro polarizzatore.

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Il filtro polarizzatore circolare affiancato al filtro ND variabile. Entrambi i filtri sfruttano la polarizzazione della luce, ma con scopi e risultati differenti. Per questo motivo non si tratta di due filtri interscambiabili, ma piuttosto di due accessori complementari.

 
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Il filtro ND variabile, come il filtro polarizzatore circolare, è dotato di una simile montatura che ruota, ma la sua funzione è ben diversa: serve a variare la densità del filtro stesso e non a variare l’angolo di polarizzazione della luce. Questo lo rende inadatto a sostituire un classico polarizzatore circolare.

Tuttavia, il filtro ND Variabile non è stato progettato per essere utilizzato come polarizzatore classico e mostra quindi un limite consistente nell’utilizzo sul campo. Infatti il polarizzatore va orientato in maniera tale da offrire il massimo effetto in base alla posizione e alla direzione della fotocamera rispetto al Sole. Per ottenere ciò, la montatura dei filtri polarizzatori è dotata di un sistema di rotazione del filtro che permette di posizionarlo con facilità nella direzione voluta per ottenere l’effetto desiderato.

Anche il filtro ND variabile è dotato di una simile montatura, ma la sua funzione è ben diversa: serve a variare la densità del filtro stesso e non a variare l’angolo di polarizzazione della luce.

Per poter variare l’angolo di polarizzazione con un filtro ND variabile, l’unica possibilità risulta essere quella di agire sulla rotazione del filtro tramite la filettatura che lo unisce all’obiettivo. Sebbene si tratti di una possibilità, si tratta di una procedura piuttosto audace, in quanto si rischia di svitare completamente il filtro, con la possibilità tutt’altro che remota, di farlo cadere rovinosamente a terra. A questo si aggiunge il fatto che il doppio filtro polarizzatore, anche in posizione di minima densità, assorbe più luce di un filtro polarizzatore circolare standard. Una differenza minima, nell’ordine di 1/3 – ½ stop, ma a cui va aggiunto anche il doppio strato di “vetro” del doppio filtro che, sebbene di ottima qualità, non può che essere un limite anche per la qualità finale dell’immagine e al rischio dell’insorgenza di flare o riflessi. Allo stesso modo, si potrebbe pensare che un filtro ND variabile possa essere sostituito da due comuni filtri polarizzatori circolari montati uno di fronte all’altro. Effettivamente questa soluzione è praticabile a patto di posizionare quello esterno invertito, e la doppia montatura girevole dei due filtri permetterebbe sia di gestire il livello di polarizzazione della luce, sia il livello di densità dei due filtri polarizzatori appaiati. Ma anche in questo caso ci sono dei limiti che ne pregiudicano pesantemente l’utilizzo. Innanzi tutto, avvitare due filtri polarizzatori uno di fronte all’altro crea uno spessore, a causa della doppia montatura con sistema di rotazione che facilmente creerà della vignettatura meccanica con ottiche grandangolari. A questo va aggiunto che, se si avvitano due polarizzatori circolari, uno di fronte all’altro, quello che si ottiene non sarà, purtroppo un ND variabile.

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Avvitando un secondo filtro polarizzatore circolare davanti al primo si potrebbe pensare di ottenere in questo modo un filtro ND variabile. Purtroppo le proprietà fisiche della luce polarizzata non consente una soluzione tanto semplice. Quello che si ottiene è infatti un semplice filtro moderatamente scuro che varia la cromia da azzurro ad ambra secondo il grado di rotazione dei filtri stessi, ma la densità complessivamente non si modifica.
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Per creare un filtro ND variabile partendo da due filtri polarizzatori è necessario invertire uno dei filtri. In questo modo, compatibilmente con il movimento di rotazione di uno dei due filtri, si ottiene la variazione di densità dei due filtri. Tuttavia ciò necessita di un anello adattatore che permetta di mantenere montati i due filtri, creando un filtro finale piuttosto spesso e di difficile utilizzo.
 

Le proprietà fisiche dei filtri polarizzatori circolari e della luce polarizzata, obbliga a montare un filtro invertito rispetto all’altro. In pratica, se un filtro polarizzatore viene avvitato normalmente all’obiettivo, il secondo filtro deve essere montato con la parte frontale rivolta verso il primo filtro. Per far ciò serve un anello di inversione con doppia filettatura maschio, una soluzione che non fa altro che aumentare ancor di più lo spessore dei due filtri e aumentando così il rischio di vignettatura. Questo limite non è aggirabile neppure optando per un’accoppiata che preveda un polarizzatore circolare con un modello lineare. Anche in questo caso il polarizzatore circolare andrà montato con la parte frontale rivolta verso la fotocamera. Si tratta quindi di limiti che ne sconsigliano l’utilizzo sul campo.

Filtro Polarizzatore: potente accessorio per filmmaker

Guarda il video

Come già visto nei precedenti capitoli o nel precedente eXperience, quando si registra una sequenza video, la fotocamera “cattura” la luce riflessa dalla scena inquadrata e la stessa risulta polarizzata quando propagata da una superficie o quando filtrata e diffusa da specifiche situazioni atmosferiche. Il fenomeno della polarizzazione non è esattamente un amico delle riprese video; infatti, a causa di questo comportamento della luce, si possono creare riflessi o bagliori indesiderati che potrebbero compromettere i contrasti e la qualità di saturazione delle sequenze video riprese, con la registrazione d'immagini spente e, in ultima analisi, con un'elevata perdita di dettaglio e colore.
Si pensi a riprese di spechi d’acqua, di vegetazione o del cielo; l'acqua è una superficie particolarmente riflettente e attraverso la fotocamera apparirà prevalentemente “sbiancata” di giorno; anche il cielo potrebbe apparire pallido e spento, ma nella realtà il cielo e l'acqua contengono una moltitudine di colori e dettagli che possono aggiungere interesse ed impatto alle riprese. Ecco dove entra in gioco il filtro polarizzatore nel video che, se utilizzato correttamente, consente di contrastare il comportamento della luce polarizzata, permettendo di migliorare notevolmente la qualità delle sequenze video riprese. Il filtro polarizzatore può essere utilizzato quindi in cinematografia per aiutare a modificare i colori saturandoli, a ridurre i riflessi e nel caso, per penetrare la foschia; il polarizzatore, assieme alle regolazioni on camera dei Picture Control, cambia quindi il modo in cui la fotocamera vede e tratta la luce in arrivo al sensore.

Gestione, esportazione e importazione di Nikon Picture Control personalizzati
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Dal menù di ripresa sopra mostrato su Nikon D750, è raggiungibile la voce “Gestisci Picture Control” che permette di esportare o importare Picture Control da fotocamera a fotocamera passando da card. Permette anche di importare specifici Picture Control creati e modulati attraverso il software Nikon Picture Control Utiliy 2 integrato sia in Nikon ViewNX-i che in Nikon Capture NX-D. Sopra sono rappresentati i passaggi percorsi per caricare On-Camera i Picture Control personalizzati. I Picture Control non di serie sopra illustrati sono quelli raggiungibili dal dedicato eXperience Nikon Picture Control: l'immagine su misura anche a luminosità negativa. I Picture Control Flat e Technicolor Cine sopra mostrati, sono dedicati a specifiche interpretazioni professionali di ripresa che prevedono successive postproduzioni di ripristino contrasto quindi di color correction.

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