Risalgono a diversi anni fa i primi pensieri di poter immortalare la Stazione Spaziale sul Sole o sulla Luna; precisamente nell'estate del 2004 quando con la mia fedele Coolpix 5700 fotografai per la prima volta Venere in transito sul disco solare. Lo spettacolo fu unico ed emozionante a tal punto che mi promisi di non perdermi nessun altro oggetto fotografabile che passasse davanti al sole. La possibilità, inoltre, di fotografare non solo oggetti celesti, ma anche oggetti artificiali costruiti dall'uomo e magari con persone a bordo mi affascinava ancor di più. Iniziai a documentarmi e la Stazione Spaziale Internazionale faceva al mio caso, fino al raggiungimento del mio scopo...


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Cronaca dello Scatto

Tutto nei giorni precedenti era stato provato e riprovato simulando sul sole il transito che a pochi giorni si apprestava ad arrivare. Per i giorni successivi il monitoraggio è stato non solo giornaliero ma ogni 4 ore, questo perché attaccata alla ISS c'era lo Space Shuttle Atlantic che con il suo carico spostava continuamente, anche se di pochi gradi, l'orbita intorno alla terra e di conseguenza la sua silouette proiettata sulla terra.
Ho visto cambiare completamente più volte il corridoio in cui si rende visibile il transito nella “centerline” ed addirittura mi si spostava, anche se di poco, l'orario preciso del passaggio. Ogni giorno controllavo tutte le informazioni disponibili, la fascia in cui si rende visibile (centerline), l'orario (UT universal time), la mappa del cielo centrata sul transito (closet point) e la mappa topografica (map) di come arrivare al luogo aiutandomi con il mio fidato GPS e l'ormai arcinoto Google Earth.

Sabato mattina del giorno 16 febbraio mi collego alla rete per controllare l'ultimo aggiornamento sul punto che inesorabilmente si era spostato.
È ancora mattina presto...
…decido di ricontrollarlo un ultima volta più tardi, alle 10:30 per essere sicuro al 100% di centrare perfettamente il passaggio lungo il diametro del sole.
Per partire, trovare il punto, montare la strumentazione e scattare avrei avuto veramente i minuti contati ed un piccolo errore, una piccola distrazione avrebbe mandato in fumo tutto l'operato.

Prima di staccarmi dalla rete un'ultima verifica con Google Earth, per vedere dove cascava il punto preciso ed era tardi…
Non ho avuto nemmeno il tempo per stamparmi la mappa, l'ho memorizzata visivamente e via. Caricato tutto in macchina, ho avuto solo un'ora di tempo per far tutto ed il conto alla rovescia era già iniziato.
Il cielo aveva una buona visibilità, ma complice è stato il vento che man mano si faceva sempre più sostenuto e questo purtroppo avrebbe potuto causare non pochi problemi alla stabilità dello strumento.
Uscito dalla mia città velocemente ho sfrecciato lungo strade extraurbane poco frequentate per cercare di evitare code inutili mangia tempo. Guidando ho avuto la sensazione che tutto ad un tratto la velocità del tempo si fosse stranamente accelerata: tra uno sguardo e l'altro all'orologio i minuti volavano.
Mi sono trovato in mezzo alle campagne con il GPS sempre sotto controllo che mi indicava il punto stabilito. Mancavano solo pochi minuti e mi sono ritrovato sulle sponde del lago di Massaciuccoli; sì esattamente quello di Puccini, ma di poetico non c'era niente, anzi nel giro di pochissimi secondi si sarebbe deciso il risultato di tutti questi sforzi.

A 10 metri dal punto stabilito ho iniziato a rallentare l'automobile, ma il mio sguardo puntava dritto l'orologio: mancavano 11 minuti e dovevo far tutto!
Il luogo è una piccolissima piazzola sulle sponde del lago, un bellissimo paesaggio con i rumori della natura intorno, ma questo non era il momento né per vedere né per ascoltare, tutta la mia concentrazione era sul transito.
La prima cosa che ho piazzato è il mio orologio con dei grossi numeri che scandivano inesorabilmente i pochi minuti che mi rimanevano, poi la batteria, il cavalletto, la montatura.
Mentre scaricavo il materiale il mio pensiero era volto ad ottimizzare quei pochi minuti che mi rimanevano. Intanto mi si sono avvicinati dei cani del vicinato che hanno iniziato ad abbaiare, forse per la mia presenza ostile sul loro territorio e questo ha richiamato anche alcuni vecchi locali che con una voce roca ma ben penetrante mi hanno urlato da lontano…
“bimbo oh che combini con quel coso? un si vedono mia le stelle di giorno…”.
Naturalmente in quel momento avrebbe potuto succedere di tutto, ma la mia concentrazione era rivolta a ben altro. Ho optato, allora, per installare la montatura senza una staffa di stabilizzazione, non ho messo nemmeno in bolla, ho fatto l'allineamento al nord a occhio (grazie ai tanti stazionamenti fatti negli ultimi anni). Niente cercatore, puntamento manuale (niente di tutto quello che mi ero professionalmente preparato, mah!?!) tubo ottico, filtro solare, raccordo, Nikon D300 e scatto remoto.
Un minuto ancora…
Purtroppo siamo nel minimo di attività solare per cui nessuno spot ad aiutarmi per la messa a fuoco, decido di andare sul bordo.
30 secondi!
Faccio due scatti di prova.
10 secondi!
Mi rilasso, lascio a 2 secondi gli occhi dall'orologio per godermi lo spettacolo ed inizio la mia raffica di 4 secondi sul sole.
È un attimo, un secondo direi.. no è meno!

Sono solo 80 centesimi di secondo e tutta la Stazione Spaziale con l'Altantis attaccato, me la vedo sfrecciare a circa 7.684 Km/s attraverso la diagonale del sole.
Uno spettacolo eccezionale.
Un attimo dopo, tutta la frenesia, tutto il tempo che scorreva velocemente si ferma, un silenzio cade intorno a me. Clicco sul pulsante Play del rewind per rivedere le foto scattate e, meravigliosamente, in due frame finalmente sono riuscito a congelare l'immagine silouette di questo bellissimo ma travagliato transito della Stazione Spaziale sul Sole.

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Foto Transito ISS sul Sole

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