Nikon 24-120mm f/3.5-5.6G ED-IF AF-S VR Zoom-Nikkor, l’obiettivo trasformista

A cura di: Valerio Pardi

Presentato nel 2003, non è certo una novità nel catalogo Nikon, tuttavia, grazie alle recenti presentazioni del brand nipponico, si ripropone con un ruolo di tutto rispetto. Vediamo quale e come si comporta…


» Premessa » Visto da fuori
» In campo con il DX » In viaggio con il 24-120 mm
» Un obiettivo da ritratto? » Oltre il visibile
» Dopo il DX, ecco l'FX » Conclusioni

 

Un obiettivo da ritratto?

Certo. Proprio per le caratteristiche che abbiamo visto fin qui, quest’ottica si presta particolarmente bene alla fotografia di ritratto. Copre perfettamente le focali più utilizzate, sia con il formato DX che con quello FX. Ci si potrebbe lamentare solo di una profondità di campo sempre troppo presente anche a tutta apertura, ma, se ci si accontenta di non poter fare dei giochi con lo sfocato, tipici di ottiche come l’85mm f/1.4 o il 135mm f/2 usati a tutta apertura, allora questo obiettivo può dare parecchie soddisfazioni.

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La pastosità tipica di questo obiettivo, che non implica però una scarsa nitidezza, si presta benissimo per un’ottima resa dell’incarnato.
La mancanza di un’elevata apertura viene compensata
dalla presenza dello stabilizzatore ottico e
l’escursione focale di 5x
dello zoom consente di passare rapidamente da immagini a figura intera a un primo piano
del viso.

Inutile dire che un obiettivo del genere potrebbe essere un prezioso aiuto per il fotografo di cerimonie, che può così passare dalla fotografia di gruppi di persone a particolari e ritratti degli sposi.

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Oltre il visibile

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L’infrarosso, con il digitale, è diventata una tecnica molto più semplice da praticare. Occorre un filtro che taglia la luce visibile e il gioco è fatto. Se poi si vogliamo ottenere risultati superiori, si può far modificare una reflex come ampiamente descritto in questa eXperience sull’infrarosso.

Nel caso specifico di questo obiettivo, l’ho utilizzato con una Nikon D40 modificata. Lavorando in luce pressoché monocromatica la resa è apparsa subito brillante, anche alla focale minima, di norma la più complessa da gestire in IR

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Il dettaglio rimane elevato su tutto il fotogramma. Assenza completa di eventuali macchie di luce,
meglio conosciuti come hot spot, che a volte compaiono utilizzando determinati obiettivi

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A tutta apertura, anche un ingrandimento elevato dei bordi del fotogramma, mostra un calo di nitidezza appena accennato


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Chiudendo il diaframma a f/13 la resa diventa superlativa su tutto il campo



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