Il responso sul campo
                        Eccoci alla resa dei conti; abbiamo appena visto le premesse  che ci guideranno nell'individuazione di come si comporta nella vita reale  quest'ottica. Ricapitolando, il Nikkor AF-S 24-85mm f/3.5-4.5G IF-ED è un  obiettivo tuttofare, di quelli che ci si porta con sé quando si vuole viaggiare  leggeri ma si vuole avere anche la possibilità di spaziare tra le focali per  potersi esprimere, creativamente parlando, senza limiti, o comunque con margini  abbastanza ampi; è quindi verosimile cercarne i limiti in un viaggio. Quindi  monto l'ottica su una Nikon D700, controllo la carica della batteria e scelgo  una scheda Lexar da 16GB per non avere problemi di capacità pur scattando in  formato NEF. Niente treppiede, in caso di necessità tirerà gli ISO dell'ottimo  sensore della Nikon D700 e sfrutterò al massimo l'f/3.5 di quest'ottica. Anche  una borsa potrebbe essere inutile, si può tenere il tutto in spalla, con la  cinghia della fotocamera, ma una Tenba Shootout Photo  Waistpack è comunque sufficientemente piccola da non infastidire negli  spostamenti e un po' di imbottitura consente una maggiore protezione della  strumentazione durante il viaggio, senza dimenticare che in caso di pioggia è  un riparo sicuro per ottica e corpo macchina!
                          
                          Con la prima immagine che scatto con quest'ottica cerco  subito di metterla alle corde. 
  È una serena ma fredda giornata invernale e il  sole sta tramontando immerso nel suo classico colore dorato che pennella le  nuvole di delicate sfumature di colore. I contrasti sono troppo elevati anche  per l'eccezionale latitudine di posa del sensore della Nikon D700, così opto  per un bracketing: 5 fotogrammi intervallati di 1 stop da montare  successivamente in un HDR.  
                          Imposto lo scatto sulla raffica CH, compongo l'inquadratura e scatto restando  immobile per il secondo abbondante necessario a completare la raffica, e  terminata la sequenza delle cinque foto la reflex si ferma automaticamente  senza bisogno di lasciare la pressione dal pulsante di scatto. 
                          Converto le  immagini in TIFF a 16 Bit con Nikon Capture NX2 e le monto in HDR tramite la  funzione “unisci come HDR…” di Adobe Photoshop CS3/CS4. Regolo i livelli e le  curve e poi analizzo la foto. E i riflessi? I flare? Non ci sono! Non ce n'è  traccia. 
                            
                            Il sole, ovviamente mostra dei raggi di diffrazione, degli  spikes che sono fisiologici e non invadenti; segno che le lamelle arrotondate  del diaframma hanno svolto egregiamente il proprio compito. Cerco altri  riflessi, flare, macchie di luce e forse ne scovo uno nella parte di sinistra  della foto, a poca distanza dal sole ma si perde nell'insieme della foto;  davvero trascurabile e pensare che quest'ottica utilizza ben 15 lenti! Ottima  la nitidezza ma questo lo davo per scontato visto che l'immagine è stata  scattata a f/8. 
                          Lasciando stare l'HDR, riprovo a riprendere lo  stesso controluce, cambiando inquadratura e diaframma. Ora è uno scatto singolo  a f/11 alla focale minima, 24mm.
                        
                          
                          
                            
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                              L'immagine sopra mostra ancora l'estrema nitidezza e pulizia dello  scatto in HDR, ovviamente  con il limite della latitudine di posa e compensazione dei contrasti del  sensore della D700, ma si parla di una decina di stop abbondanti tra le parti in ombra e quelle più luminose della scena; davvero niente male  
                                per uno scatto  singolo.   
 
                               
                                Quasi con sollievo trovo un piccolo riflesso verde, a  sinistra del sole che spazza qualsiasi dubbio sulle possibili origini non  terrene di questo obiettivo!  
                              Questo zoom si pone a livello delle migliori  ottiche a focale fissa per quanto riguarda il controllo dei riflessi e dei  flare.  
                              Si noti anche l'elevato dettaglio del particolare ingrandito del bordo  del fotogramma.  | 
                            
                          
                        La peculiarità di quest'ottica di gestire alla  perfezione i riflessi mi sprona ad approfondire la questione; così scelgo una  situazione di ripresa totalmente diversa: una tromba delle scale ripresa dal  basso in direzione del lucernario, con contrasti ancora più marcati rispetto  alla situazione appena vista.
                          
                            Ancora una volta il risultato è perfetto. Lo scatto, un po'  al limite per via del tempo di posa di 1/20s a tutta apertura, 
                          a 1.600 ISO e  con l'innaturale quanto poco stabile posizione verso l'alto della fotocamera  durante la ripresa, mostra un 
                          eccellente quantitativo di dettagli, ancora una  volta priva di qualsivoglia tipo di riflesso o flare. 
                          L'utilizzo dell'ottica a  tutta apertura ha scongiurato anche il formarsi degli spikes, generati di norma  dagli angoli delle 
                          intersezioni tra le varie lamelle che compongono il  diaframma.
                          
                            
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                              Continuo a cercare situazioni più complesse di controluce;  questa mi sembra ancora più complessa e l'interno della stazione di Praga è  talmente buio che mi devo spingere a 1/13s a 1.250 ISO a tutta apertura. E con  questa la prova sul controllo dei riflessi e dei flare è brillantemente  conclusa e superata. 
                                
                                L'ottica non dispone di un sistema di stabilizzazione VR presente  
                                invece in altri zoom Nikkor, tuttavia, complice la perfetta   
                                ammortizzazione del movimento dello specchio della Nikon D700  
                                e una postura  sufficientemente salda durante lo scatto, mi hanno permesso di ottenere una  nitidezza ancora eccellente in  
                                considerazione del tempo di scatto talmente  lungo e a elevato  
                                rischio di mosso.                                | 
                            
                          
                          
                          
                            Incuriosito dalla capacità di riuscire a scattare con  tempi di posa piuttosto lunghi senza incorrere nel mosso, malgrado
 
                            l'assenza di  un sistema VR,  ho provato a vedere fin dove ci si può spingere. Abituato ad utilizzare ottiche  
                          stabilizzate ammetto di aver perso un po' la mano nell'individuazione delle  situazioni critiche a rischio di mosso. 
                          Tuttavia cercando un sostegno e  attuando alcune banali procedure durante lo scatto come quello di premere con  dolcezza 
                          il pulsante di scatto ed espirare poco prima di eseguire la ripresa,  si può ovviare, fino ad un certo punto, all'assenza 
                          di un sistema VR.  È comunque innegabile che con ottiche stabilizzate, se si esegue la stessa  perizia nella ripresa, ci si può
                          spingere a tempi di posa ancora più lunghi. In  questa foto ho utilizzato 1/2,5 secondi di posa, ovviamente a mano libera.
                          
                          
                      
                            
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                              Il Nikkor 24-85mm f/3.5-4.5G AF-S IF ED offre una  versatilità davvero esemplare. Ottima anche la resa ottica, con una nitidezza  uniforme a tutte le focali e una buona correzione delle aberrazioni ottiche  principali, grazie alle potenzialità di sviluppo on-camera su file JPG o TIF ma  anche all'ottimo software Nikon Capture NX2 usato negli sviluppi dei file  RAW/NEF. 
                                 
                                     
                                      
                                  Il particolare ingrandito del lucernario, mette in  evidenza la buona correzione del purple fringing e il perfetto controllo del  blooming del sensore della Nikon D700. 
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                          Fino ad ora ho sottolineato la bontà di questo obiettivo  verso alcuni aspetti di contorno, quali il controllo dei riflessi, il purple  fringing e la maneggevolezza durante l'uso sul campo, tuttavia non ho ancora  evidenziato uno degli aspetti che più interessano di un'ottica: la nitidezza.  Vedo di porre rimedio immediatamente, anche se per un discorso più articolato  rimando al paragrafo successivo.
                        
                              
                          
                        Due scatti in rapida successione. A sinistra realizzato a  tutta apertura e quello di destra a diaframma intermedio, f/9. Apparentemente  sembrano due scatti identici, difficile evidenziare differenze, occorre  concentrarsi su qualche particolare. 
                          
                            Scelgo un bordo del fotogramma, in cui sia la focale  grandangolare che l'utilizzo a diaframma tutto aperto, 
                          dovrebbero mostrare  differenze significative tra le due riprese
                          

                          A sinistra il particolare a f/3.5 e a destra a f/9. In  questo confronto mi aspettavo un abisso di differenza visto che stiamo  controllando una porzione d'immagine particolarmente difficile da correggere,  soprattutto in un grandangolare e ancor di più a tutta apertura (f/3.5).  Qualche diversità c'è, è innegabile, ma la resa è particolarmente elevata anche  nello scatto a tutta apertura.
                          Fino ad ora ho analizzato la focale più corta, e visti i  risultati pregevoli conseguiti viene spontaneo domandarsi come si comporta  anche alle altre focali, e soprattutto a quella massima, di norma sempre un po'  penalizzata negli zoom di fascia economica. 
                          
                          
                            A 85mm, la focale massima, la correzione della distorsione è  buona, si evidenzia solo un accenno di distorsione a cuscinetto, peraltro  facilmente gestibile in post produzione; in questa foto ovviamente non l'ho  modificata per permettere di valutarne l'entità. Alla focale minima invece si  ha una tendenza contraria, con una distorsione a barilotto, comunque di entità  limitata. 
                          Attorno alla focale di 35-40mm, l'obiettivo invece è virtualmente  privo di distorsione. 
                          Con l'avvento del digitale la  distorsione generata dall'obiettivo non è più un problema. Il software Nikon Capture  NX 2 infatti offre un tool apposito per sistemare questo aspetto fisiologico di  molte ottiche a focale variabile, richiamabile dal menù “Regola” alla voce  “Correggi/Controllo distorsione…”. 
                            Attraverso l'interfaccia di questa funzione del software è possibile agire  sulla geometria dell'immagine, andando a correggere fino ad eliminare  completamente sia le distorsioni a barilotto che quelle a cuscinetto, regolando  sul valore più opportuno il cursore che regola l'intensità dell'applicazione di  questo filtro.
                          
                          
                            Riprendendo il Nef originale, ho  applicato alla funzione “Controllo distorsione” un valore di -25. 
                          Con questi  parametri l'obiettivo mostra un comportamento perfetto per quanto riguarda la  distorsione. 
                          Ora infatti il muro verticale del palazzo appare perfettamente  dritto, senza alcuna curvatura. 
                          
                          
                            
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                              Ritagliando l'immagine, per  eliminare gli spazi creatisi dopo l'intervento della correzione della  distorsione, l'immagine ora appare tecnicamente priva di difetti di distorsione,  con linee perfettamente dritte, un risultato che fino a poco tempo fa sarebbe  stato possibile solo con alcune ottiche appositamente progettate per contenere  questa aberrazione, per lo più obiettivi da riproduzione, macro e ottiche  specifiche per la ripresa di architettura. Oggi, grazie invece al connubio tra  ottiche e software Nikon, ciò diviene possibile anche con un comune zoom.  | 
                            
                          
                          
                          
                          
                            
                              Per quanto riguarda invece la nitidezza a 85mm,  ancora una volta questo obiettivo sa sorprendere. 
                              Con il diaframma chiuso a  f/6.3 la resa è brillante e sufficientemente uniforme su tutto il campo, con  una leggera perdita di contrasto solo a ridosso dei bordi. Eccellente anche la  vignettatura, merito in parte del software di gestione della fotocamera e di Nikon  Capture NX2.  | 
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                                Il particolare della foto precedente mostra l'elevato  livello di 
                                  nitidezza di cui è capace questo obiettivo. 
                                  
                                  
                                  
                                  
                              L'elettronica, e soprattutto il software, sono una parte  importante in un sistema fotografico moderno. Ottica, sensore, software ed  elettronica lavorano in stretta unione per fornire il miglior risultato  possibile. Che conta quindi è il risultato che si ottiene, ma per pura  curiosità ho provato a disabilitare la funzione di correzione delle aberrazioni  cromatiche nel software Nikon Capture NX2, ecco cosa si e vince:  | 
                            
                          
                          

                            A sinistra l'immagine generata in automatico mentre a destra  il risultato ottenuto disabilitando l'opzione di correzione colore 
                          offerto sia  dalla fotocamera che dal software Nikon Capture NX2. Si notano tracce di  aberrazione cromatica laterale, 
                          completamente corrette però dalla fotocamera.  Faccio notare che per potere apprezzare le differenze occorre utilizzare 
                          lo  zoom a un valore del 200%, altrimenti le piccole discrepanze tra le due versioni  non si noterebbero.
                          
                          
                          Qualche scatto a distanza ravvicinata
                          
Uno zoom che si candida come ottica tuttofare non può  esimersi dal cimentarsi anche a distanza ravvicinata. Il Nikkor 24-85mm  f/3.5-4.5G AF-S IF ED offre una messa a fuoco minima di soli 38cm a tutte le  focali. Appare subito evidente come una distanza tanto ridotta, a 85mm,  consenta di evidenziare soggetti di piccole dimensioni. Non si può ancora  parlare di vera e propria macrofotografia, perché i rapporti di ingrandimento  sono ancora troppo bassi, ma è comunque possibile inquadrare un’area di circa  14cm sul alto lungo del sensore FX.
                           Focheggiare a distanze brevi, tecnicamente non è complesso, basta allontanare  il gruppo ottico dal sensore e la distanza minima di messa a fuoco decresce.  Quindi un tubo di prolunga o una semplice elicoide con una corsa più lunga,  potrebbe permettere di fare il fuoco a pochi centimetri di distanza. Ciò che  non sempre si immagina, è che un obiettivo è pur sempre un compromesso: un  compromesso per quanto riguarda l’escursione focale, la nitidezza ai vari  diaframmi, la percentuale di distorsione e l’ottimizzazione della resa alle  varie distanze. Infatti un obiettivo che appare nitido con soggetti  all’infinito, non è detto che offra le stesse prestazioni anche su soggetti a  breve distanza. Dipende da come è stato ottimizzato ed è per questo che gli  obiettivi offrono un range di messa a fuoco ben preciso, nel quale le  prestazioni sono assicurate entro i parametri del progetto originario. 
                          Per il  test ho scelto un paio di fiori di Orchidea, illuminati da due SB-800 gestiti  in wireless Nikon  Creative Lighting System dal lampeggiatore della Nikon D700 e l’obiettivo  impostato in manual focus alla distanza minima di messa a fuoco e con il  diaframma chiuso al valore di f/11.
                          Osservando l’immagine nel suo insieme non si nota nulla da  segnalare. La sensazione di nitidezza è buono ma per valutare meglio occorre  ingrandire qualche particolare.
                           
                          
                              Osservando il particolare dell’immagine precedente, si nota,  malgrado il diaframma chiuso a f/11, una profondità 
                                di campo davvero ridotta.  Sul piano di messa a fuoco, tuttavia, la nitidezza è molto elevata e anche lo  sfocato si presenta 
                        con un andamento morbido, graduale e pastoso. Anche la  prova “macro” è stata superata senza riserve.