Fotografare in viaggio

A cura di: Antonio Politano

La composizione dell'immagine

Le sofisticate fotocamere di oggi permettono di concentrarsi sugli elementi del quadro. E dunque, attraverso il mirino, sulla composizione. Di luci e toni, forme, volumi, piani, che creano equilibrio e contrasto, punti di attenzione e dissonanza, che restituiscono verità e suggestione. Lavorare sull’inquadratura, variando lunghezza focale, distanza, angolo di scatto; se il risultato non è immediatamente convincente, continuare a fotografare man mano che la situazione si sviluppa.

 

© Antonio Politano
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Cile, incontro con due gauchos in una
delle estancias sconfinate della Patagonia,
quasi dei mini-stati, regno di pecore
e guanachi, vittime ogni tanto
del passaggio di un puma
© Antonio Politano
© Antonio Politano
Libia, Murzuq: seduta finale
con l'indovino, che legge il futuro
nella sabbia facendo rotolare
datteri e disegnando scenari
con il palmo della mano

 

La posizione di ripresa è fondamentale. Sceglierne una e poi osservare il soggetto da più punti di vista, sperimentare angolazioni inusuali, girargli attorno per cercare il punto più adatto a interpretare la scena, arrampicarsi per una prospettiva dall’alto, chinarsi o sdraiarsi a terra per una ripresa dal basso. A volte lo scatto buono è il primo, che corrisponde all’intuizione iniziale; a volte è l’ultimo, che arriva dopo molte prove. Gli scatti non sono mai abbastanza, inoltre il digitale, con le dovute scorte di schede di memoria, consente di fotografare quanto si vuole, senza preoccupazioni di sprecare pellicola e c’è la possibilità di verificare immediatamente ciò che si è fatto e decidere eventualmente di scattare ancora.

 

© Antonio Politano
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Bretagna, Le Pouldu: sul tavolino della camera da letto di Gauguin una scatola di acquerelli,
una rivista di geografia e un quaderno di schizzi annunciano il grande salto nei Mari del Sud

 

Quando si presenta l’occasione, cercare di ritrarre soggetti disposti su più piani in profondità. Porre elementi forti in primo piano, altri a media distanza (secondo piano) e/o sullo sfondo (ultimo piano), cercando di creare linee di fuga e diversi livelli di informazioni e lettura. Introdurre elementi che si prestano a fare da linee guida per indirizzare l’occhio di chi guarda, una strada, delle tracce, delle ombre, trame, profili, oggetti che possono anche far da cornice al soggetto principale. Tenere a mente l’importanza dei particolari, per conferire sapore alle immagini e articolare il racconto.

 

© Antonio Politano
© Antonio Politano
Spagna, Siviglia: altare della Cattedrale, particolare
© Antonio Politano
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Spagna, Siviglia: Biblioteca Colombina, il testo del Milione di
Marco Polo con le  annotazioni di Cristoforo Colombo che,
studiandolo, rafforzò la convinzione di poter arrivare
alle Indie navigando verso occidente

 

Esistono poi delle regole codificate, come la cosiddetta regola dei terzi. Anche qui se seguirle o no dipende da ciascuno. Servono da specchio, per confrontarle con le proprie idee che possono anche aiutare a venir fuori. È bene conoscerle e poi usarle se sono coerenti con il proprio stile. Quella dei terzi (mutuata dalla pittura) mira a evitare di realizzare immagini statiche, con il soggetto principale o la linea dell’orizzonte al centro dell’inquadratura. Si suddivide in tre parti uguali lo schermo, sia in orizzontale sia in verticale, e si piazza il soggetto principale in corrispondenza di uno dei punti in cui si incontrano le linee della griglia immaginaria creta dalle linee divisorie orizzontali e verticali. È del tutto legittima anche una composizione di grande simmetria formale, comunque bilanciata, con forti elementi di richiamo. Si possono sperimentare diverse possibilità e combinazioni di effetti, per cercare la propria impronta, variando immagini di forte simmetria e immagini in cui la posizione del soggetto principale è decentrata. L’importante, quando si compone nel mirino, è bloccare la messa a fuoco e l’esposizione sul soggetto principale e assicurare una buona profondità di campo, se le condizioni lo permettono e sempre se si sceglie di far risultare nitidi i vari soggetti inseriti nella composizione. In fondo, come dicono al National Geographic, quel che conta è “essere sul posto e F8”.

 

© Antonio Politano
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Iraq, la Torre di Samarra, la Malwiyya (Spirale),
minareto elicoidale della grande Moschea del califfo Al Mutawakkil,
spesso erroneamente identificata con la leggendaria torre
di Babele. Al tempo dello scatto, qualche anno dopo la
prima Guerra del Golfo la città appariva soprattutto
una meta di pellegrini. Poi, roccaforte sunnita, è diventata terra
di scontro continuo, imboscate, battaglie. Guardando la foto,
viene da chiedersi: che ne è stato o ne è, nel tragico scompiglio
dell'Iraq, dei tre giovani iracheni sulla destra dell'immagine?
© Antonio Politano
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Iran, Shiraz: moschea cortile interno


 

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