Piccolo, semplice ma ricco di sorprese. L'ultima ottica fissa Nikon dedicata al formato DX offre prestazioni davvero strabilianti a prezzi da saldi di fine stagione. Da non perdere.

A cura di Valerio Pardi

» Introduzione » Da vicino
» Flare, riflessi e distorsione » Macro
» Due passi nell'infrarosso e poi un balzo verso l'infinito » Qualche confronto
» E sull'FX? » Conclusioni

 

Macro

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Chiarisco subito, non è un obiettivo macro; però offre interessanti quanto inattese potenzialità nella fotografia ravvicinata.

La distanza di messa a fuoco minima infatti è di 30cm (calcolata tra soggetto e piano focale del sensore d'immagine), un valore tutto sommato nella norma per la focale, che si traduce in un rapporto d'ingrandimento sul sensore di 1:6,2.

Occorre considerare che questo valore va però riportato all'angolo di campo ridotto del formato DX del sensore, che al lato pratico, si traduce in possibilità creative da non sottovalutare, grazie anche alla possibilità di interagire con un diaframma massimo molto luminoso.


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La minima distanza di messa
a fuoco di 30cm, abbinata al formato DX
del sensore, consente di
evidenziare diversi particolari nella fotografia
ravvicinata e consentire riprese al limite della macrofotografia.

Cosa rende così speciale quest'ottica in questo campo?
Partiamo dalla focale: un obiettivo macro parte dai 60mm in su, valori necessari a mantenere una certa distanza tra soggetto e lente frontale, sia per posizionare l'illuminazione sia per non spaventare eventuali soggetti particolarmente timidi, e offrire un obiettivo con distorsione nulla o controllata, elemento essenziale in caso di utilizzo per foto di riproduzioni (documenti, quadri, ecc…). Quest'ottica invece è quasi grandangolare al confronto e per di più offre anche un'apertura massima decisamente superiore che non è solo teorica, ma assolutamente pratica, visti i risultati che riesce ad offrire anche ai valori di diaframma più aperti. Non siamo certamente a livelli di un vero obiettivo Micro dedicato per macrofotografia, ma le immagini sono comunque nitide e con un piacevole e pastoso contributo dello sfocato. Diaframmi aperti e distanze di messa a fuoco di poche decine di centimetri si traducono in profondità di campo nulla, proprio una sottile lama nitida in cui tutto ciò che precede e segue risulta avvolto da un limbo di luce e colori indefinito che esaltano il soggetto in primo piano. È proprio questo aspetto che permette di utilizzare con creatività quest'ottica, anche un soggetto banale può essere messo in risalto giocando con le possibilità di sfumature dello sfocato concesso da un'apertura tanto ampia. Anche a f/1.8 la qualità è pienamente accettabile e diviene molto buona a f/2.8, un valore accessibile a pochi zoom e non certo amatoriali, dal prezzo di quasi un ordine di grandezza superiore a quest'ottica; a f/4 otticamente non mostra punti deboli ma da questo punto ci si può confrontare anche con più tradizionali zoom che però non sempre offrono una messa a fuoco tanto ravvicinata alle focali minime e nemmeno una tale qualità a parità di apertura di diaframma utilizzato, per non parlare della completa impossibilità di giocare con profondità di campo limitatissime, offerte invece dal Nikon AF-S 35mm f/1.8G DX Asph.
Un altro aspetto positivo di questo 35mm è la messa a fuoco interna (IF) che non allunga il barilotto nemmeno alla distanza minima di messa a fuoco; è infatti un gruppo di lenti posteriore che si muove per ottimizzare la resa alle brevi distanze.

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Nessuno zoom e nemmeno nessun obiettivo Macro può vantare una luminosità massima tanto elevata, che si traduce anche in un maggior controllo e gestione della profondità di campo. In questa sequenza, ripresa nell'ordine a f/1.8, f/2.8, f/4.5 e f/8 risulta evidente come sia possibile mettere in risalto un soggetto che altrimenti si sarebbe perso nello sfondo disordinato proprio grazie all'apertura elevata di quest'ottica, accompagnata anche da un contributo dello sfocato decisamente piacevole. Già a f/4.5, valore tipico di un'ottica zoom, lo sfondo risulta ormai troppo confuso per evidenziare la piccola pianta tra i sassi.

f/1.8
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f/2.8
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f/4
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f/5.6
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f/8
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f/11
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f/16
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f/22
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Alle bravi distanze, le prestazioni migliori si ottengono da f/4 in poi, ma anche ai diaframmi maggiori l'immagine offre un buon livello di dettaglio; infine da f/16 e ancor di più a f/22 la diffrazione, fisiologica per queste aperture e su sensori in formato DX, acquista via via più importanza, ammorbidendo i dettagli. Davvero contenuta l'aberrazione cromatica a tutti i diaframmi.

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Bello, pastoso e graduale, così si presenta lo sfocato di quest'ottica che aggiunge piacevolezza alle immagini che genera.

La macrofotografia non è certo un campo specifico per questo obiettivo, tuttavia, senza pretendere l'impossibile, sa assolutamente stupire, con una qualità elevata su tutto il campo, vignettatura inesistente e un piacevolissimo sfocato, a qualsiasi valore di diaframma, merito delle lamelle arrotondate. E se si cercasse qualche prestazione in più, soprattutto a livello di ingrandimento del soggetto, nessuno vieta di avvitare una comunissima lente addizionale sulla filettatura frontale da 52mm, le prestazioni non degradano visibilmente e si arriva a livelli di riproduzione quasi di un'ottica macro, con tutti i vantaggi offerti dall'apertura elevata che abbiamo appena visto.

 
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