| Matrice di Bayer Affinché una fotocamera  possa restituire immagini a colori è necessario registrare in modo selettivo le  diverse lunghezze d'onda che sono presenti nella scena. Come visto il  sensore “da solo” non ha capacità di discriminare i colori, cioè esso è  equivalente ad una pellicola in bianco e nero e quindi, per ottenere immagini a  colori è necessario “specializzare cromaticamente” i pixel in modo che possano  misurare separatamente le componenti cromatiche primarie in cui ogni colore  ripreso possa essere scomposto nei colori primari: rosso, verde e blu. Questo  si ottiene ponendo davanti ad ogni elemento sensibile del sensore (pixel o  photo-site) un filtro colorato con banda passante centrata intorno al blu, al  verde o al rosso. Il sensore dunque, in fase di fabbricazione, viene ricoperto  con una scacchiera di filtri colorati che prende il nome di matrice di Bayer  spesso indicata con l'acronimo CFA derivante dal termine inglese Color Filter Array. Una  schematizzazione Bayer è stata anche affrontata in queste pagine  nell’eXperience Migliore  nitidezza con la maschera di contrasto in relazione agli aspetti di  nitidezza legati al fattore antialiasing. 
                          
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                            | Schematizzazione del mosaico RGBG della matrice di Bayer usata sui singoli pixel del sensore.
 | Schematizzazione del mosaico Bayer RGBG sovrapposto ai singoli pixel con  dimensioni espresse in micron e schematizzazione delle sovrastanti microlenti. |  Nella Fig 6 è  rappresentata in modo schematico la collocazione a scacchiera della matrice  Bayer RGB. Questa rappresentazione grafica non include i dettagli dell’aspetto  microlenti presenti sui sensori con variegate tipologie e tecnologie ottiche  per aumentare l’angolo di campo e l’efficienza di ogni singolo fotosito. La scena ripresa in questo  modo verrà scomposta in pixel, ognuno dei quali fornirà l'intensità luminosa di  una sola componente di colore. Questa fase della produzione della immagine a  colori è detta anche formato RAW (raw = crudo/grezzo), o formato NEF per  identificare univocamente il RAW delle reflex Nikon, come mostrato nella Fig 7,  e nell'ingrandimento della Fig 8. 
                          
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                            | Fig 7 | Fig 8 |  Questo però non basta per  ottenere l'immagine finale a colori (in modalità RGB) perché quest'ultima  richiede che per ogni pixel siano presenti tutte e tre le componenti di colore  primarie. Per ogni pixel quindi è necessario calcolare le due componenti di  colore mancanti utilizzando i valori cromatici dei pixel adiacenti. Infatti,  per come è strutturata la matrice di Bayer, ogni pixel di un colore è  circondato da pixel degli altri due colori.Il processo matematico che  calcola i due colori mancati di un pixel, a partire dai suoi vicini, prende il  nome di demosaicizzazione. Questo processo non è univoco, esistono diversi modi  per ottenerlo che presentano precisioni nei dettagli e precisioni cromatiche  diverse.
 
                          
                            |  Fig 9: Esempi di codifica Bayer. |  Illustrazione 10:  Colori Primari. |  Facciamo riferimento alla Fig 9, che mostra  diverse combinazioni di colori, ed alla Fig 10 che mostra le combinazioni dei  colori primari. La ripresa a matrice Bayer su una scala colori, evidenzia come  i rispettivi pixel registrano la luce in base al filtro. È da notare che mai in  natura si presenterà l’evenienza di un singolo colore “puro” come ipotizzato in  questa simulazione esplicativa.
 A. R=0,  G=255, B=255, G=255
 La ripresa sul colore cyan non ha fornito  informazioni sul rosso. Il colore cyan puro è composto infatti dalla  colorazione verde e blu di pari intensità.
 
 B. R=0, G=0,  B=255, G=0
 La ripresa sul colore blu ha prodotto  informazioni di luminosità al solo colore corrispondente. I pixel adiacenti con  filtro rosso e verde non hanno prodotto segnale restando “oscurati”.
 
 C. R=125,  G=125, B=125, G=125
 La ripresa ha registrato la stessa luminosità  RGB perché il grigio, o comunque qualunque sfumatura incolore, è formata in  sintesi dalla stessa intensità di luminosità dei tre colori primari RGB.
 
 Una trattazione della  demosaicizzazione andrebbe oltre gli scopi di questo eXperience e quello che  possiamo dire è che in generale il software oggi disponibile, sia proprietario  (come ViewNX e Capture NX2 di Nikon) sia di terze parti (come DxO  Optix Pro della DxO Lab o  Photoshop e Camera RAW di Adobe)  utilizzano algoritmi di demosaicizzazione ai massimi livelli di qualità  fotografica. In merito al tema segnaliamo un precedente eXperience Profili Adobe  Camera Raw per Nikon che documenta anche i differenti risultati colore e di  nitidezza rilevati utilizzando diversi motori di sviluppo e quindi  demosaicizzazione e trattamento dati RAW.  |