Le alte prestazioni qualitative offerte dalle reflex digitali Nikon DSLR, permettono di soddisfare anche esigenze un tempo riservate a film scanner

 

» Dall’analogico al digitale » Perché riprodurre con una Reflex DSLR
» La scelta dell’attrezzatura » Utilizzo della D3x su stativo da riproduzione
» Modalità operativa » Sviluppo RAW/NEF e post produzione
» Analisi dei risultati » Zoomify di una riproduzione dia 6x6

 

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Dall’analogico al digitale

L’era del digitale sta avanzando sempre più velocemente, la tecnologia sta facendo passi da gigante proponendo sul mercato sensori e Reflex Digitali sempre più performanti, affidabili e con costi inferiori rispetto agli anni passati, come peraltro mostrato su precedenti generazioni DSLR nell’eXperience Il digitale si confronta con la pellicola…

In vari settori, soprattutto in quello dei Beni Culturali, è sempre più imperante l’esigenza della conversione analogico/digitale e della riproduzione digitale di materiale cartaceo. Nelle Biblioteche e negli Archivi pubblici e privati la quantità di materiale su pellicola è veramente impressionante, migliaia, milioni di microfilm, negativi, diapositive ed anche lastre su vetro escono fuori dai cassetti gridando vendetta. Gli stessi funzionari addetti alla gestione di questo materiale fanno sempre più fatica a trattare con dei supporti ormai obsoleti che mal si addicono ai flussi dell’attuale post produzione. Ci sono problemi di stoccaggio materiale che dovrebbe essere conservato in bustine e scatole apposite che devono essere riposte in ambienti con temperatura ed umidità controllata; materiale che deve necessariamente essere indicizzato e catalogato secondo parametri standard ed esaustivi; materiale infine che dovrebbe essere consultato o ceduto per la visione in tempi rapidi e con modalità sicure.

Oggi tutto ciò non è più gestibile, non ci si può più affidare alla memoria di colui il quale cerca quel negativo in quel cassetto perché “dovrebbe proprio essere lì” e mi raccomando: “non tocchi l’emulsione, per carità”; ed ancora: “capisco la sua fretta, ma i tempi per una copia sono molto lunghi...”
Estremismi a parte, direi che oggi la soluzione più versatile per gestire gli Archivi fotografici è quella del digitale, ovvero di convertire in alta risoluzione tutto il materiale analogico presente nonché di catalogarlo in maniera corretta preferibilmente attraverso gli standard XMP/IPTC come accennato ad esempio negli eXperience: Nikon ViewNX e Nikon Transfer: dalla fotocamera al computer... oppure Adobe Photoshop Elements 8: semplice ma…

Appurata questa condizione sine qua non, il passo successivo è quello di valutare l’hardware con cui eseguire la conversione. Per questa procedura esiste uno strumento specifico che si chiama Film Scanner, l’apparecchio sicuramente più usato fino a “ieri”. Naturalmente i risultati cambiano notevolmente se usiamo scanner nativi per i positivi ma con adattatori per le pellicole, film scanner per il 35mm, per il medio o grande formato fino ad arrivare agli scanner a tamburo usati in fotolito. Senza entrare nello specifico di queste attrezzature che scannerizzano generalmente mediante matrice lineare o attraverso tubi fotomoltiplicatori nel caso di quelli a tamburo, qui andremo ad analizzare un’altra modalità di digitalizzazione, quella mediante fotocamera DSLR.
 

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La ripresa macro permette di fotografare a “mosaico” porzioni distinte dell’originale per aumentare la risoluzione finale. In questo esempio un originale diapositiva 6x6 ripreso in sei porzioni unite poi in Stitching automatico dalla funzione Photomerge di Photoshop analogamente a quanto visto nella ripresa Jumbo MultiBigShoot.


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Esempio di risultati raggiungibili in riproduzione DSLR.

In questo caso frutto di montaggio a mosaico di più porzioni per raggiungere una risoluzione prossima agli 8.000 pixel per lato.


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