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Il romanzo di un fotografo
Franco Barbagallo

Un fotografo che scrive un romanzo giallo storico semiserio? Che eresia per tanti scrittori e giornalisti. Io ci ho provato e ho trovato subito un editore (piccolo ma sempre editore è) e molti dei giornalisti che vengono con me on location ci sono rimasti davvero male. Con la macchina fotografica, lavorando per venti anni per Airone, raccontavo storie, di natura, animali, uomini e luoghi. Poi ho cominciato a scrivere anche gli articoli che accompagnavano i miei reportage e ci ho preso proprio gusto con la penna (ovviamente un pc: chi sa più scrivere con la penna ormai). Ho sempre avuto tanta fantasia e per puro divertimento ho cominciato a scrivere questo romanzo dove si salta spesso dal passato al presente, facendo anche un salto nel futuro e dove racconto le avventure di un fotografo (di Airone) che va nelle isole Eolie per un reportage archeologico e si trova impelagato in una serie di avvenimenti che seguono la morte del Direttore della sovrintendenza, un archeologo un poco egocentrico. Lo trovano morto e non si capisce se è stato ucciso, se è stato un incidente o un suicidio.

   
© Franco Barbagallo
© Franco Barbagallo
© Franco Barbagallo,
Australia. Kimberley. Il Montgomery Reef
© Franco Barbagallo,
Papua Nuova Guinea. East New Britain. Baia jaquinot. La sorgente del fiume Sivoli, chiamato il 'Buco Blu'. Le piogge che cadono sui monti intorno formano questo profondo lago dalle acque blu cobalto di cui non si conosce la profondità. È da qui che nasce il fiume Sivoli.

Io adoro le Eolie (fotografate a iosa nel tempo) e racconto di sguincio una parte della loro straordinaria storia, incontro e faccio conoscere una serie di personaggi molto tipicizzati e anche abbastanza comici (mi sono rifatto anche a vecchi amici della mia gioventù). E nello stesso tempo racconto anche un po' al grande pubblico (se il mio libro venderà) un poco come noi fotografi di reportage lavoriamo on assignment (meglio dire come lavoravamo perché oggi le condizioni di lavoro sono state stravolte da tanti fattori puramente economici e dopo la morte di Airone - quello odierno non ha più nulla a che spartire con quella straordinaria rivista- mi sta proprio passando la voglia di continuare a fotografare).


© Franco Barbagallo

© Franco Barbagallo, Cile, Atacama Desert.
Vicina al confine con l'Argentina, la Laguna Tujatto è circondata da imponenti
montagne (fra cui il Cerro Tujatto di 5482 m.) ed ospita numerosissimi
fenicotteri cileni (Phoenicopterus cilensis).

Chi ha già letto il mio libro mi ha detto che si vede che sono un fotografo, mentre mi si legge, per come racconto i luoghi e le persone, quasi come fosse per immagini, come in un film o in una proiezione di foto. Sarà vero? Chi mi leggerà potrà giudicare. Sto scrivendo il seguito (questa volta la storia di svolgerà in Wyoming) e ho già in testa il terzo episodio di questa specie di saga, Il fotografo Bruno Gallo (il protagonista del libro è il nome che ho usato come pseudonimo per firmare il libri come autore) nel terzo libro si troverà poi in Normandia. Non vedo l'ora di trovare il tempo per riuscire a scriverli tutti e chissà, magari un giorno potrei anche cambiare mestiere? Con questi chiari di luna per chi vive delle proprie fotografie forse ne varrebbe la pena!


© Franco Barbagallo

© Franco Barbagallo, Papua Nuova Guinea.
Arcipelago delle Luisiadi. Isole Deboyne. Macellazione di una tartatuga marina su una piroga

Ho cominciato a fotografare professionalmente nel 1983 dedicandomi sempre e solo al reportage geografico, alla natura, le outdoors. Ho lavorato costantemente per Airone dal 1985 al 2004 e sono considerato uno dei fotografi storici della rivista insieme al grande Daniele Pellegrini e a Vittorio Giannella. Nel turismo ho lavorato esclusivamente per Tuttoturismo dal 1983 fino al 2005. Quindi ho lavorato in esclusiva per Panorama Travel per due anni. Mi sono trasferito a Vercelli per lavorare a tempo pieno per la Edizioni Whitestar realizzando un libro sulla Francia girovagando in auto per le strade francesi per ben 70.000 km in nove mesi (il libro non è ancora uscito per la crisi economica, ahimè). Ho prodotto un bel libro su Berlino uscito nel 2010. Oggi lavoro prevalentemente per Dove e Cavallo magazine. Sono sempre andato a cavallo da vero professionista e ho realizzato tanti reportage di carattere equestre ma anche in questo settore ho fatto un balzo in avanti. Oggi addestro cavalli seguendo i principi della Natural Horsemanship di un grande trainer americano (Ed Dabney). Male che mi vada come fotografo e scrittore potrò sempre fare … l'Horse Whisperer!


© Franco Barbagallo

© Franco Barbagallo
Argentina. Parco naturale Perito Moreno. Escursione sotto il ghiacciaio.

Non ho mai badato ai concorsi e alle mostre personali. Mi sono cimentato solo due volte. Nel 1987 (o era l'88?) ho presentato quattro foto al Wildlife photographer of the year: due sono andate in semifinale e due in finale, una è arrivata seconda. Nel 2010 ho partecipato al Travel photographer of the year e la mia storia di un incontro con due giovani indigeni in una location straordinaria di Papua Nuova Guinea è arrivata in finale: solo 35 fotografi su 3500. Ho realizzato solo una mostra personale in carriera: L'Etna di Airone, 100 immagini.


© Franco Barbagallo

© Franco Barbagallo
Sicilia. Stazzo. Alba su una garitta aragonese

Di seguito alcuni estratti dal romanzo Il proiettile di cristallo. C'era una volta nelle isole Eolie (Gruppo Editoriale):

[…] Il tempo era passato velocemente tra sommarie informazioni sulle località costiere attraversate e scambi di brevi note biografiche dei due. Così Carol Rawlings seppe che il suo autista si chiamava Bruno Gallo, era un fotografo professionista specializzato nel reportage geografico, era nato a Milano da genitori siciliani e da vent'anni viveva ad Acireale, una deliziosa cittadina sulla costa vulcanica dell'Etna. Aveva trentacinque anni e lavorava per le migliori riviste mensili italiane di natura e viaggi. Per lavoro viaggiava molto in tutto il mondo e aveva ricevuto l'incarico di realizzare un servizio sulle isole Eolie dal punto di vista della loro antichissima storia. Stava appena rientrando da un servizio svolto in Scandinavia e doveva raggiungere le isole per una dozzina di giorni di lavoro, poi sarebe partito per il Canada. Lei lo aveva atteso in macchina sotto casa per la mezz'ora che gli ci era voluta per togliere dalla sua Samsonite l'equipaggiamento invernale che aveva al seguito per sostituirlo con abiti da lavoro decisamente più leggeri. A metà aprile in Scandinavia era ancora tutto coperto di neve mentre il sole siciliano era già abbastanza arrabbiato. Lo zaino delle macchine fotografiche, la borsa floscia con il treppiede e una grande valigia metallica che faceva supporre altre attrezzature fotografiche erano rimasti nel retro del fuoristrada. Lui di lei, invece, non seppe molto: era evidentemente una donna molto riservata, timida, non molto loquace e lui preferì non farle domande. Seppe solo che era un'archeologa subacquea, parlava benissimo l'italiano per averlo studiato con un professore privato in previsione di un lungo soggiorno di lavoro in Italia. Era americana e viveva a Boston. Avrebbe soggiornato a Lipari per un mese per portare a galla i reperti all'interno di un relitto risalente al neolitico: fine delle trasmissioni. […]



© Franco Barbagallo, Alicudi casa eoliana

[…] Nel frattempo la nave traghetto era arrivata nel porto di Marina lunga. Fra le macchine che sbarcavano c'era anche la Land Rover di Bruno Gallo. Ad attenderlo sul molo c'era Zazzà, la sua guida nelle Eolie. Bruno lo aveva incontrato una decina d'anni prima, quando era giunto sulle isole per realizzare il suo primo servizio, su Stromboli. Su quell'isola Zazzà ci abitava, guadagnandosi da vivere conducendo in estate i turisti fino in cima al vulcano per osservare le esplosioni crateriche. In inverno si riciclava come muratore, imbianchino, elettricista, idraulico e quant'altro era possibile fare nel settore della ristrutturazione delle belle case della sua isola. Era un vero personaggio ma, al contrario del siciliano medio, era molto affidabile e puntuale: erano subito diventati molto amici. Ogni volta che Bruno doveva fare dei servizi nelle isole Eolie, lo ingaggiava come accompagnatore, sherpa, assistente e amico. Nel tempo Zazzà era diventato persino capace di cambiare i rullini nelle macchine fotografiche e di passare obiettivi e accessori come un provetto assistente. Era nato a Lipari ma si era trasferito a Stromboli perché a suo dire “a Lipari c'è troppo casino”. Aveva sposato una donna manager australiana di origini italiane conosciuta in vacanza a Stromboli. Per lui, lei aveva lasciato tutto e avevano due figli bellissimi che, per fortuna, non somigliavano al padre. Naso aquilino, magrissimo, muscoli d'acciaio, un rado cespuglio di lunghi capelli ricci approssimativamente raccolti a nido di grifone sulla testa da un berretto, era sul molo ad aspettare. Si abbracciarono.
– Ciao Zazzà. Come va la vitaccia?
– Non mi lamento. Ciao. Da dov'è che vieni?
– Dalla Scandinavia, mamma che freddo c'era!… Salta su che andiamo a mangiare, ho una fame!
Attraversarono in auto il paese fino a raggiungere la piazzetta di Sotto Monastero dove il traffico automobilistico non era stato ancora interdetto, come accadeva in estate. Posteggiarono il fuoristrada e si diressero verso un ristorantino che si affacciava sulla piazzetta, rinomato per la bontà delle sue pizze.
– Bruno, a quel tavolo, come al solito, ci sono tutti gli amici, andiamo a salutarli se no si offendono.
– Quegli sciamannati… passano gli anni ma loro sono sempre lì, nidificanti su quel tavolo a sparlare della gente! Ma sì, andiamo a farci quattro risate. Ignazio è sempre allo stesso livello con l'italiano?
– Ma che c'è dubbio? L'ho pregato non so quante volte di parlare come mangia ma lui insiste ed è sempre più una farsa quando apre bocca… più si applica e più secondo me peggiora.
– Ciao ragazzi! Eccomi di nuovo qua a Lipari…
– Uè, guarda chi ci sta… Bruno!…
– Da dove minchia vieni?… Ciao, fatti abbracciare…
– Assettati ccà… cosa ti prendi?… Ma lo sai che ti trovo dimagrito…
– Calma ragazzi, ho una fame da lupo, stavamo andando a
mangiarci una pizza, perché non venite anche voi? […]



© Franco Barbagallo, Sicilia.
Eolie. Salina. Dalla sommità di Monte delle Felci il monte dei Porri.

[…] Le pizze di Bruno e Zazzà, intanto, erano in via di digestione, la bottiglia di vino vuota e Bruno non vedeva l'ora di andare a dormire.
– Ragazzi è tardi, domani io e Zazzà dobbiamo alzarci molto presto per andare a fotografare l'alba, lasciateci andare, dai. Sto almeno una dozzina di giorni, quindi abbiamo tempo per stare insieme.
– Ma no, ancora iè presto… dài Bruno non ci lasciare… I due si erano già alzati per andare via quando Saro, tornato nel frattempo, esclamò:
– Minchia! Ora non nni poi lassari davero! Carusi, guardate chi sta tonnando…
Saro si alzò in piedi e disse:
– Caro Bruno, ora ti faccio vedere una fimmina di classe che a prima vista non diceva motto ma ora… prima ti tramottisce e poi ti fa anche accappottare!
Carol Rawlings, accompagnata dalla Yunker e da Berlotti, era spuntata dalla stradina. Che differenza, rispetto al primo incontro all'aeroporto, con indosso quel suo attillato e fluttuante abitino nero. Senza gli occhiali i suoi occhi apparivano molto più grandi e luminosi. Sembrava molto più alta con le scarpe con il tacco ed
era estremamente seducente con quella sciarpa semitrasparente che l'avvolgeva facendo intravedere un decolleté decisamente invidiabile. I capelli ramati, ora sciolti e mossi dall'incedere felpato e armonioso, completavano quell'insieme che irradiava una insospettabile, prorompente e assolutamente particolare femminilità. Il gruppo di amici, questa volta, rimase raccolto in assoluto silenzio a seguire l'avvicinarsi di quella specie di visione. Quando i tre erano ormai vicini, Saro stava pensando di aggiungere trionfante “Bruno, ora te la presento, dorme da noi, è una arch…”.
– Ciao Carol!
– Hi, Bruno, quando sei arrivato?
– Ormai da un po', meno male che hai preso l'aliscafo perché la nave ha portato ritardo. Hai già cenato?
– Sì, eccome… stiamo tornando ora da una magnifica cena, ti presento il dott. Berlotti, archeologo, e la dott.ssa Yunker, archeologa assistente del professor De Bonis. Questo è Bruno Gallo, il fotografo che stavate aspettando per realizzare un servizio fotografico sull'archeologia nelle isole.
– Ah, è lei il fotografo. Abbiamo finalmente ricevuto la lettera d'accredito dalla rivista. Certo, se fosse arrivato qualche giorno prima sarebbe stato meglio…
– Purtroppo le riviste prendono le decisioni sempre all'ultimo minuto e si deve organizzare tutto in tempi sempre più stretti.
– Ci vediamo allora tutti domani al museo?
– Sì, certo… scusami ma io rientro subito in albergo e mi metto a dormire, sono stanca morta e ho in pieno i sintomi del jet lag. Mi si chiudono letteralmente gli occhi.
– Io sono al “Rocce Azzurre”. Tu, invece, mi è parso di capire da Saro che sei da loro?
– Sì, al Giardino… com'è che si chiama?
– Il Giaddino sul mare… il Giaddino sul mare!
– Ah, bene, siamo a due passi, il mio è subito dopo. Ci vediamo domani al museo. Buonanotte, allora.
Non appena il trio archeologico si allontanò, Saro cominciò a gesticolare.
– Ma come minchia è possibbile! Direttamente dall'America sbacca una fimmina di questa pottata, io sono là che sto per presentattela e, zzacchete, tu già la conosci? Non è possibbile! Non è ggiusto!
– Era sullo stesso mio aereo e l'ho accompagnata con la mia macchina fino a Milazzo, poi lei ha preso l'aliscafo e io la nave, tutto qua.
– Vero dici? Allora cùntini tutto, ma proprio tutto! Tu a dòmmiri non ci vai se non nni cunti la qualsiasi… Cu' è esattamenti?
Dopo una mezz'ora di serratissimo interrogatorio, Bruno Gallo fu rilasciato e, finalmente, poté raggiungere la sua camera all'albergo. […]



© Franco Barbagallo, Stromboli

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