Esiste il negativo digitale?
Un esempio pratico del RAW/NEF impiegato nella fotografia di spettacolo La confezione d'acquisto di Nikon Capture 4
Installazione, registrazione "Product Key" ed impostazione dello spazio colore di lavoro Le opzioni di preferenze ed il profilo monitor
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Glossario Aggiornamento Nikon Capture 4.2.1

 

Cos'è il formato RAW denominato da Nikon NEF?

Con il termine RAW ("grezzo o comunque dati non lavorati" in inglese) si definisce il formato di ripresa digitale costituito dai dati scaricati direttamente dal sensore, prima che il software interno alla fotocamera intervenga con le varie regolazioni di algoritmo colore descritto all'interno del prescelto spazio colore, bilanciamento del bianco, nitidezza, contrasto, modo colore, saturazione cromatica e trattamento di riduzione disturbo "noise". Ogni RAW prodotto da una specifica fotocamera è dunque diverso da un altro anche se prodotto all'interno della stessa marca e magari anche della stessa risoluzione perché diverso è il comportamento elettrico del componente elettronico così come diverse saranno le prestazioni cromatiche offerte dalla filtratura colore sempre diversa da sensore a sensore. Dire "semplicemente" RAW non vuol dire nulla se non si associa un nome allo specifico RAW prodotto dalla specifica fotocamera. Ecco perché Nikon contraddistingue i propri RAW con l'estensione Nikon Electronic Format (NEF).
Prima di attivarvi in urgenti lavorazioni RAW accertatevi dunque di possedere un software aggiornato al tipo di RAW interessato. Lo stesso plug-in di Photoshop chiamato Camera RAW supporta i RAW sul mercato aggiornando di volta in volta la versione dello stesso reso disponibile via web.

Una fotocamera digitale, anche se impostata per generare direttamente un file JPG, in realtà produce dapprima un file RAW analogico convertito dal convertitore A/D in digitale che viene "lavorato" dal software interno alla fotocamera stessa e salvato in formato jpg ad 8 bit per canale sulla scheda di memoria. In questo modo però, le impostazioni scelte sulla fotocamera non potranno essere cambiate dopo lo scatto; operando in RAW invece, molte di queste potranno essere modificate e applicate all'immagine, come se fossero state impostate prima di scattare, con in più la possibilità di poterne controllare prima l'effetto sulle immagini.

Per interpretare correttamente il file RAW e tradurlo in un formato universale JPEG, TIFF ad 8 bit o TIFF a 16 bit per canale o anche in quadricromia CMYK a 32 bit è necessario un software dedicato, nel nostro caso Nikon Capture 4.2 in grado di costruire l'immagine a tutti gli effetti. Con questo software il fotografo potrà decidere a posteriori quasi tutte le impostazioni che solitamente vengono impostate sulla fotocamera. Su un JPEG ad esempio, potremo cercare di correggere un errato bilanciamento del bianco, mentre su uno scatto RAW sarà possibile cambiare effettivamente l'impostazione del bilanciamento del bianco partendo sempre dai dati originali non modificati. Il formato grezzo RAW/NEF permette dunque di operare in ripresa con maggiore serenità concentrandosi solo nella composizione e nell'esposizione ricercata attraverso l'adeguato accoppiamento tempo/diaframma riferito al valore di sensibilità ISO impiegato. Se si opera con lunghi tempi di posa notoriamente più "critici" nella fotografia digitale si dovrà in ripresa attivare anche la funzione di riduzione disturbo "noise" perché questo intervento di correzione quando disponibile opera anche direttamente "on-camera" sui dati ancora analogici del sensore e durante la procedura di conversione analogico digitale dei dati.

Per comprendere con semplicità cosa si intende per correzione di una immagine o costruzione di una immagine basta pensare ad una foto sottoesposta scattata in JPEG. Schiarendola "semplicemente" otterremo uno sfalsamento innaturale della cromia e saturazione che operando in RAW/NEF non noteremo perché sarà possibile alzare i valori di luminosità dei dati monocromatici del sensore prima del flusso di costruzione colore. La curva di saturazione percepita dall'occhio rispetta infatti una curva sostanzialmente diversa rispetto a quella della luminosità e per comprendere basta riflettere su come l'occhio umano non percepisce il colore al buio ma anche su accecanti luci.

 
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